Renata Morresi scrive poesia e traduce; ha pubblicato in volume e su rivista. Ricordiamo: Terzo paesaggio (Aragno, Torino, 2019), Bagnanti (Perrone, Roma, 2013), La signora W. (Camera verde, Roma, 2013), Cuore comune (peQuod, Ancona, 2010). Nel 2015 ha ricevuto il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti anglo-americani moderni e postmoderni. È nella redazione di «Nazione Indiana». Cura la serie Lacustrine, collana di poesia ‘difficile’, per Arcipelago Itaca Edizioni.
Immagine: Sarenco, L’ecole du regard, 2012
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1
spettinati, sfatti,
stati belli, sgualciti, cravatte
storte, cerchi di rughe
la cerimonia lunghissima ci aveva ridotti
a vecchi occhi sgranati sulle mensole,
le dita gonfie da spaccare gli anelli,
cocci-bambino con le barbe
2
l’ufficiale leggeva sfinito,
le spalle appoggiate contro il muro,
reggeva a stento il microfono, nell’altra mano
il documento, la voce piatta come una radio istriana
si trascinava nel suono minimo udibile, prima delle lingue,
delle malte
3
guardavamo nella stessa direzione
verso il deputato centro delle stanze
molti inclinati per via dell’artrite deformante
in piedi solo grazie a quelli intorno
nonostante le puzze dei fiati, il tanfo,
ovvio, del contatto umano
4
non eravamo privi di rancori e rimpianti, tutto quel tempo
della cerimonia consumato nel non-detto tra le panche,
negli inciuci agli angoli dell’auditorium, durante gli a capo
di stato
nei nostri micro-mondi proiettavamo spettri
sempre più piccoli e sensibili,
facili vittime delle guerre cellulari
grazie al cielo inoffensive
per il cerimoniale
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ogni nuova pronuncia di un comma
destava chi un singhiozzo, chi un gemito,
o un’emissione d’aria controllata,
molto yoga s’era andato praticando,
o un monumento in ogni piega del vestito
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s’era accumulata così tanta attesa
ché la fine ci sembrava sarebbe arrivata
come uno scoperchiare del soffitto,
porpora sugli stratocumuli
e venti di scirocco sulle facce terree
a farci finalmente terra, terre belle,
bel paese di midolli fatti erbe,
serve bruciate dal principe,
e altri quadretti di famiglia
gli anniversari di rito
7
mentre la si legge certo è complicato
sostenere che non sia tutto
qui, e noi invitati
una specie di metafora
come le parole fianco a fianco e
variamente distribuite
così
con solo la voce che ci medica
sembra che ora dica
sembra
chi sono gli sposi
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