Una poesia di Francesco Scapecchi.
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nei fiumi nelle acque nei corsi d’acqua nei rivoli d'acqua
ossificati nei fondali galleggiano nei laghi
sotto mucchi di rosso autunno ai lati delle strade nella terra
assiderati imballati cristallizzati
in sublimi esistenze nascoste dalla propria vergogna
nella terra nudi o rigogliosi
(la terra – con quanta fatica fatta emergere
con frenesia con affanno con stachanov
l'abbiamo apparecchiata senza sapere
veramente poi che farcene –)
poi ancora e sempre più in corti in cortili negli androni
nelle piazze sotto ombre di palazzi nei parchi sotto ombre
di trame di alberi nelle steppe urbane in vie vicoli calli
vicoletti senza sbocco esposti per le vie di commercio
di turismo di acquisto di diporto
nel rapporto tra chi affiora e chi sprofonda
e poi sulle navi nel mare legno nel mare d’acqua
e dentro il mare sotto la sabbia sotto il mare negli scheletri
di navi anche sui treni negli scomparti nelle cuccette nei
tragitti di treni in parti diseguali divisi per loculi sugli aeroplani
fluttuanti nell'aria senza moto in alto su gomme su polimeri
su resine sintetiche indurite sui camion in perfetto tetris
e autoarticolati anche dentro i container nascosti
alla vista che è ferita
e anche e sempre con
o sempre senza volizione
e per sbaglio per disgrazia per finta per fortuna per destino
troppo presto troppo tardi
e anche ammassati per censimenti per incensamenti
impagliati tumulati schedati stipati per
monumenti e monumentalizzati – anche quando non si
rinviene non c’è mai stato il corrispettivo in materiale organico –
e mangiati infestati verminati corrotti dai funghi dalle muffe
rigogliosi di bulbi di gemme di germogli
nella terra fredda nel freddo della terra
assiderati insaccati che si stringono dal freddo che battono
le ossa dal freddo che tintinnano di ghiaccio di gelo
germoglianti verso alla ricerca del calore del sole
e nascosti ignorati pianti festeggiati calpestati
ogni giorno da ognuno ogni momento e soprattutto
da tutti quanti calpestati
e puliti lavati profumati svuotati controllati
strumentalizzati ben disposti ammansiti massaggiati recensiti
sugli scaffali a giuste altezze con etichette esplicative
censiti in riti e in violazioni inscatolati
incartati invellutati nei sudari del macello incellophanati
con la carta che scoppietta nel fuoco che fa spazio che cancella
(lo spazio è sempre poco non affiora non sorge non si compra)
assiderati in loculi a stazione in attesa a salvaguardia del gusto
della fragranza infatti anche take-away celere ma conservando
anche il tempo lo spazio che è finito circoscritto
ce n'è poco non aumenta non c’è seme
c’è richiesta aumenta il prezzo nel frattempo
loro hanno freddo calpestati in cataste sotto terra e senza
e poi l'obolo il dazio i denari per la partita e la partenza
non c'è nulla che si fa senza dispendio
e nelle stanze nelle stanze o quanti nelle stanze
piene e vuote di cori di spettatori
piene anche quando ci stanno solo loro
nelle celle nelle cellette sporzionati in numeri in segni in coordinate
negli alberghi al giusto numero della porta corrispondente al numero
che porta la targhetta di solito di finto ottone di solito con dicitura
congruente con le etichette che corrispondono
ma possono anche non corrispondere nei palazzi alle volte succede
per esempio nelle città universitarie o semplicemente grandi
in realtà è fenomeno più frequente di quello che si pensi
quanti ce ne sono sotto terra sono tanti stanno sotto
negli ospedali
anche lì a volte vengono ci stanno poco
sono malvisti ce li fanno rimanere (rianimare) poco
ma si sentono se ne sente la presenza chiacchierona
sono queruli se li trovi negli ospedali o nelle
in cascate a quantità quante quantità millimetri di carne
in lunghi mucchi fino al cielo
sono tanti sono tantissimi sono troppi
non c’è spazio manca aria hanno freddo
sono ogni giorno
non c'è un giorno che sia senza di loro
in cataste a quantità quante quantità millimetri di vermi
sono destinati a
ci seppelliranno
Immagine
Thomas Berra
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Francesco Scapecchi (Lucca, 1992) si è laureato a Bologna in Filologia Moderna nel 2019 con una tesi sui romanzi di Carmelo Bene e oggi insegna nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Fa parte del collettivo che organizza il «Borda!Fest». Nel 2018 ha pubblicato una raccolta di racconti, «Brevi storie senza significato» (con illustrazioni di Samuele Recchia) per la casa editrice Prott Edizioni. Alcuni
suoi testi sono pubblicati online sul quotidiano di scritture «Il cucchiaio nell’orecchio». Fa della scrittura una personale (e silenziosa) ricerca da ormai quasi dieci anni.
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