top of page

Una poesia di Francesco Scapecchi.


* * *


nei fiumi nelle acque nei corsi d’acqua nei rivoli d'acqua

ossificati nei fondali galleggiano nei laghi

sotto mucchi di rosso autunno ai lati delle strade nella terra

assiderati imballati cristallizzati

in sublimi esistenze nascoste dalla propria vergogna

nella terra nudi o rigogliosi

(la terra – con quanta fatica fatta emergere

con frenesia con affanno con stachanov

l'abbiamo apparecchiata senza sapere

veramente poi che farcene –)

poi ancora e sempre più in corti in cortili negli androni

nelle piazze sotto ombre di palazzi nei parchi sotto ombre

di trame di alberi nelle steppe urbane in vie vicoli calli

vicoletti senza sbocco esposti per le vie di commercio

di turismo di acquisto di diporto

nel rapporto tra chi affiora e chi sprofonda

e poi sulle navi nel mare legno nel mare d’acqua

e dentro il mare sotto la sabbia sotto il mare negli scheletri

di navi anche sui treni negli scomparti nelle cuccette nei

tragitti di treni in parti diseguali divisi per loculi sugli aeroplani

fluttuanti nell'aria senza moto in alto su gomme su polimeri

su resine sintetiche indurite sui camion in perfetto tetris

e autoarticolati anche dentro i container nascosti

alla vista che è ferita


e anche e sempre con


o sempre senza volizione

e per sbaglio per disgrazia per finta per fortuna per destino

troppo presto troppo tardi

e anche ammassati per censimenti per incensamenti

impagliati tumulati schedati stipati per

monumenti e monumentalizzati – anche quando non si

rinviene non c’è mai stato il corrispettivo in materiale organico –

e mangiati infestati verminati corrotti dai funghi dalle muffe

rigogliosi di bulbi di gemme di germogli

nella terra fredda nel freddo della terra

assiderati insaccati che si stringono dal freddo che battono

le ossa dal freddo che tintinnano di ghiaccio di gelo

germoglianti verso alla ricerca del calore del sole

e nascosti ignorati pianti festeggiati calpestati

ogni giorno da ognuno ogni momento e soprattutto

da tutti quanti calpestati

e puliti lavati profumati svuotati controllati

strumentalizzati ben disposti ammansiti massaggiati recensiti


sugli scaffali a giuste altezze con etichette esplicative

censiti in riti e in violazioni inscatolati

incartati invellutati nei sudari del macello incellophanati

con la carta che scoppietta nel fuoco che fa spazio che cancella

(lo spazio è sempre poco non affiora non sorge non si compra)

assiderati in loculi a stazione in attesa a salvaguardia del gusto

della fragranza infatti anche take-away celere ma conservando

anche il tempo lo spazio che è finito circoscritto

ce n'è poco non aumenta non c’è seme

c’è richiesta aumenta il prezzo nel frattempo

loro hanno freddo calpestati in cataste sotto terra e senza

e poi l'obolo il dazio i denari per la partita e la partenza

non c'è nulla che si fa senza dispendio

e nelle stanze nelle stanze o quanti nelle stanze

piene e vuote di cori di spettatori

piene anche quando ci stanno solo loro

nelle celle nelle cellette sporzionati in numeri in segni in coordinate

negli alberghi al giusto numero della porta corrispondente al numero

che porta la targhetta di solito di finto ottone di solito con dicitura

congruente con le etichette che corrispondono

ma possono anche non corrispondere nei palazzi alle volte succede

per esempio nelle città universitarie o semplicemente grandi

in realtà è fenomeno più frequente di quello che si pensi

quanti ce ne sono sotto terra sono tanti stanno sotto

negli ospedali

anche lì a volte vengono ci stanno poco

sono malvisti ce li fanno rimanere (rianimare) poco

ma si sentono se ne sente la presenza chiacchierona

sono queruli se li trovi negli ospedali o nelle

in cascate a quantità quante quantità millimetri di carne

in lunghi mucchi fino al cielo

sono tanti sono tantissimi sono troppi

non c’è spazio manca aria hanno freddo

sono ogni giorno

non c'è un giorno che sia senza di loro

in cataste a quantità quante quantità millimetri di vermi

sono destinati a


ci seppelliranno



Immagine

Thomas Berra


* * *

Francesco Scapecchi (Lucca, 1992) si è laureato a Bologna in Filologia Moderna nel 2019 con una tesi sui romanzi di Carmelo Bene e oggi insegna nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Fa parte del collettivo che organizza il «Borda!Fest». Nel 2018 ha pubblicato una raccolta di racconti, «Brevi storie senza significato» (con illustrazioni di Samuele Recchia) per la casa editrice Prott Edizioni. Alcuni

suoi testi sono pubblicati online sul quotidiano di scritture «Il cucchiaio nell’orecchio». Fa della scrittura una personale (e silenziosa) ricerca da ormai quasi dieci anni.

bottom of page