Il racconto del capitalismo spaziale a radio Forte Prenestino
Sotto l'indulgente locuzione space economy si cela un nuovo processo di ristrutturazione ed espansione del modo di produzione capitalistico che guarda alle risorse extraatmosferiche per produrre nuovo valore e nuovi segmenti di mercato, accantonando definitivamente il limite della circolazione delle merci entro lo spazio globale: capitalismo spaziale post-globale. In dodici puntate andate in onda sull'emittente Radio Forte, il racconto, l'analisi e le suggestioni connesse all'emergere di questa new economy.
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Una radio a Forte Prenestino
La speciale anagrafe emersa col primissimo lockdown è la conta di persone e cose perse e di altre nate sull'onda di quella tellurica spinta. Tra quest'ultime, Radio Forte, l'emittente in streaming irradiata dall'interno dello storico centro sociale occupato e autogestito romano, Forte Prenestino. Una radio di movimento giovanissima quindi, con una vocazione tutt'altro che autoreferenziale. Nei mesi di lockdown, che già ci appaiono distantissimi nel tempo, nasce dalla necessità di rinsaldare un legame tra persone e persone e situazioni laddove tantissimi aspetti della socialità tendono a venire meno o ad essere sostituiti dalla mediazione telematica del faccia-a-faccia che, anche nei mesi a seguire il maggio 2020, indulgono sull'inerzia del ritorno fisico negli spazi pubblici e sul permanere come zone rosse fisiche e mentali, per chissà quanto tempo ancora.
- Il flusso continuo: radioforte.vado.li
Mappare i territori emersi
- Brano: vado.li/futureprospect
Seppur resa opaca da uno stato d'emergenza che persiste dal 9 marzo 2020, emerge in vari segmenti dei movimenti anticapitalisti l'esigenza di riprendere le fila del discorso, ripartendo da un'analitica mappatura di un contesto esistenziale ed esperienziale evidentemente trasformato e tuttora cangiante; esigenza raccolta da Radio Forte.
Nasce allora dalla sinergia con un'altra radio libera, Radio Wombat di Firenze, l'idea d'estendere l'analisi, dapprima mediante un'appendice al giornale radio redazionale, anche ai territori politici e sociali extraatmosferici, alla space economy che tra l'altro, con i suoi 431 miliardi di dollari e una previsione di 1000 miliardi per il 2040, risulta essere tra i segmenti economici capitalisti meno colpiti dalle disfunzioni prodotte dalla pandemia negli ultimi due anni.
Dopo qualche mese di gestazione, la proposta si concretizza in una trasmissione vera e propria: «Boca Chica Kosmodrom». L'origine del nome coniuga quello della località texana in cui la SpaceX di Elon Musk sta fondando la propria Starbase e il generico cosmodromo russo-sovietico che originariamente si oppone all'idea imprenditoriale di conquista dello spazio di matrice prettamente statunitense: un'antinomia.
La prima puntata del 1 dicembre 2021 curiosamente precede di sei giorni la trasmissione di Radio Rai «Astropolitica» e di qualche giorno in più la monografia di «Limes» Lo Spazio serve a farci la guerra del 31 dicembre 2021 che, in maniera radicalmente diversa, affrontano questioni affatto dissimili.
Proprio in questi giorni si è concluso il primo ciclo di dodici puntate riavvolgibili e ascoltabili a questo indirizzo: bck.vado.li
«Boca Chica Kosmodrom» è una miscela di racconti sui mutamenti storici, un impasto di descrizioni realizzate anche attraverso interviste ad appartenenti ad altri segmenti del movimento (come ad esempio, i movimenti per il diritto all'abitare e la Critical Mass), un pot-pourri di citazioni filmiche-cinematografiche (saccheggiando, sempre per fare un esempio, il mockumentary del National geographic Mars - 2016, oppure la cinematografia di fantascienza italiana tra gli anni Sessanta e i Settanta) e ovviamente di proposte musicali.
Il doppio obbiettivo è stato quello di resocontare circa l'impatto della space economy sulla vita quotidiana, analizzando le trasformazioni necessarie a questa nuova fase del capitale, e assieme di proporre una contronarrazione composta da filosofie e da pratiche già cosmoanticapitaliste, a partire dal Cosmismo russo fino allo Zapatismo e allo Xenofemminismo contemporanei. A complemento di quest'ultime, l'incursione costante di recensioni di fumetti e graphic novel antagonisti a tema spaziale curate dall'illustratore e fumettista Andro Malis, che hanno spalancato una finestra sulle controculture a volte più marginali, estreme e sotterranee, e sulla loro possibile interazione con la prassi della costruzione di uno spazio extraatmosferico diverso.
- Citazione: vado.li/spaceeconomyenewspace
Capitalismo spaziale
- Brano: vado.li/hightech
La locuzione space economy (più spesso new space economy) è la formula edulcorata che definisce una nuova fase dell'espansione capitalista, quella nello spazio extraatmosferico. Come tale, essa raccoglie un formulario di tecnologie, competenze, giurisprudenze, start-up, indotti economici, al di sotto di cui si celano trasformazioni sociali e ambientali atte a preparare il terreno (letteralmente il pianeta Terra) a un nuovo ciclo del capitale, a una sua new economy: l'estrazione per il momento di valore e in seguito di plusvalore dalle risorse allocate nello spazio extraatmosferico, siano esse naturali (asteroidi, lune, comete), posizionali (orbite alte e basse, punti di Lagrange), esplorative (tecnologie messe in orbita attorno a pianeti e a lune del sistema solare).
Come sempre, i due segmenti in pieno tumulto sono: il capitale fisso (sopratutto i nuovi lanciatori riutilizzabili che hanno ridotto le spese di messa in orbita dei carichi da 51.000 dollari al chilogrammo per lo Space shuttle a 800 per i nuovi lanciatori della SpaceX, con la stima a 200 dollari per i vettori d'ultima generazione sempre dell'azienda di Musk); il capitale variabile, costituito preminentemente dalla preparazione di una specifica forza lavoro coltivata, attraverso i programmi scolasti Stem, fin dalle scuole.
Ancora, in due filoni principali possono essere distinti gli investimenti della space economy: quello delle comunicazioni e del rilevamento satellitare (già pienamente operante e in espansione) e quello in via di definizione dell'estrattivismo, dell'allocazione del supporto vitale e della terraformazione, su cui la trasmissione radio si è più soffermata, dato il suo costituire la principale scommessa di sviluppo del settore a medio e lungo termine.
- Citazione: vado.li/dirittospazialeelottizzazionedellaluna
- Puntata: vado.li/bck1
Le tappe
- Brano: vado.li/futureperspectives
La definizione di capitalismo spaziale ha seguito un approccio storico ripartito per differenziali propri delle ere spaziali. Tre nello specifico, fatte di divergenti strategie e di obbiettivi tra loro molto dissimili: l'impulso iniziale spettacolare, lo stazionamento attendista nelle orbite basse nella fase intermedia, fino a giungere al 2000, anno d'entrata in scena ufficiale delle aziende private prevalentemente statunitensi, nella corsa allo spazio. A questo tema sono state dedicate più puntate, necessarie per delineare lo sviluppo cronologico del capitalismo spaziale contestualizzandolo anche nell'interazione con le new economy che l'hanno preceduto e che in esso continuano ad accrescersi.
Il nuovo approccio made in USA ha rimesso in moto la sfida internazionale al posizionamento nello spazio extratmosferico che ora conta su tecnologie specifiche già sedimentate, nuove giurisdizioni in campo extraatmosferico e sulla traslazione di pezzi di economia spaziale dalla Nasa al Pentagono, come nuovo garante armato dell'imprenditoria degli astropreneur del nuovo secolo.
Questo sistema nel complesso prende il nome di NewSpace ed è la specifica via allo spazio promossa dagli Stati Uniti a partire dalla presidenza Obama, poi coerentemente confermata e rifinanziata da Trump e Biden.
- Citazione: vado.li/iprossimipassidelcapitalismospaziale
- Puntate: vado.li/bck2; vado.li/bck3; bck5.vado.li; bck6.vado.li; bck7.vado.li
Geopolitica dallo spazio
- Brano: vado.li/lunaticlovesong
Alla luce del NewSpace è anche la politica della Comunità europea in materia di spazio a doversi ricollocare sul mercato fuoriuscendo dal tradizionale, cauto immobilismo della sua agenzia spaziale l'Esa, attestato sulla politica bradipale dei piccoli lanciatori e della messa in orbita dei satelliti (e di qualche missione scientifica). Francia e Italia, i due poli al momento più pesanti in Europa (l'Italia se non altro dal punto di vista della ricerca), paiono in competizione tra loro e in bilico tra gli attrattori Stati Uniti e Cina, in attesa di un segnale concreto dalla Germania al momento rimasta un po' alla finestra (impegnata ora nel suo progetto di simulazione delle condizioni lunari nel centro spaziale Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt), ma inevitabilmente alla rincorsa del tempo perduto, in questo nuovo teatro strategico.
Ma ovviamente la vera sfida, anche in chiave più prettamente militare, è oggi tra NewSpace e Cina. Quest'ultima in pochi anni ha in parte colmato lo storico divario con gli Stati Uniti, conquistando il lato nascosto della Luna e inviando un lander e un rover su Marte che ancora non eguagliano tecnologicamente quelli Nasa, ma che mettono in campo pregevolissime soluzioni ingegneristiche, sopratutto nel caso della gestione delle missioni Chang'e sul satellite terrestre naturale. Medesima cosa può essere sostenuta per la messa in orbita di satelliti e per l'alleanza con la russa Intercosmos (l'agenzia spaziale governativa) con cui fervono i preparativi progettistici per la costruzione di una base permanente sulla Luna.
Forse il polo spaziale Cina-Russia e l'attrazione che esercita sul vecchio continente (Francia a parte) potrebbe avere anche una peso decisivo sulle sorti del conflitto che si sta aprendo nel cuore dell'Europa tra Nato e Russia, per il controllo dell'Ucraina.
Ma in questa nuova corsa allo spazio sono moltissimi i nuovi attori e le alleanze tattiche: Israele (quasi riuscita ad atterrare sulla Luna con un lander e un rover costruiti da un'azienda privata) e Giappone (specializzata nell'asteroidaggio), Australia e Stati Uniti, Emirati Arabi (con una propria missione attorno a Marte) e ancora Giappone, solo per fare degli esempi.
- Citazione: vado.li/originedelprogrammaspazialecinese
- Puntata: bck8.vado.li
Terraformare Terra
- Brano: vado.li/solaroid
Ma le ricadute nel quotidiano non possono limitarsi ad un'analisi asetticamente economica degli scenari politici e geopolitici. «Boca Chica Kosmodrom» ha utilizzato i marcatori propri degli studi sull'Antropocene per rilevare le trasformazioni geoingegneristiche che la space economy, come ogni nuovo ciclo del capitale, introduce per inizializzare il proprio ambiente produttivo: per renderlo conforme al proprio modello, alla propria idea, di sviluppo e di futuro. In una chiave più generale, abbiamo individuato nella cosiddetta Zona abitabile, il modello di evoluzione dell'ambiente produttivo, in quell'area del sistema solare, cioè, che va dal limite inferiore di Venere a Marte (in vista di un insediamento umano e della sua successiva terraformazione). L'istaurarsi del modello di fabbrica estesa oltre la biosfera, introdotto dal capitalismo spaziale, è un modo di procedere che corrisponde, in altre epoche, alla sedimentazione dell'urbanesimo moderno per ciò che concerne la prima e la seconda Rivoluzione industriale. Allo stesso modo, esso ricalca la tendenziale deurbanizzazione introdotta con la new economy delle piattaforme, in cui la città da ecosistema economico privilegiato perde, man mano e in modo non uniforme, di centralità fisica e simbolica, rendendo quindi ancor più scivoloso il diritto all'abitare delle aree fortemente antropizzate.
Ogni nuovo scenario ecologico, ogni nuova forma di habitat, corrisponde allora ad una sorta di terraformazione che, nello specifico del capitalismo spaziale, allinea letteralmente il proprio modus operandi a quello della manipolazione geoingegneristica pianificata per trasformare radicalmente i pianeti alieni, onde renderli abitali.
- Citazione: vado.li/asteroidmining
- Puntata: bck10.vado.li
Ideologie e forza lavoro - Brano: vado.li/bubblegum L'abitabilità diviene allora un concetto relativo, plasmato più sulle urgenze produttive e riproduttive della new economy che non sugli standard ergonomici e sui parametri antropometrici (sempre comunque variabili) fino a questo momento adottati per la collocazione ambientale dell'essere umano. Ecco emergere allora il carattere biopolitico del corpo (e di conseguenza del pianeta Terra stesso), la sua predisposizione alla trasformazione continua, certificata dalla bioingegneria e dalla biologia di sintesi spaziale che sperimentano nel campo dell'individuazione dei cosiddetti space genes (i geni più adatti all'adattamento della vita umana nello spazio extraatmosferico) e dell'ibridazione genetica del corpo con gli organismi estremofili in vista di mutamenti non più solo somatici della forza lavoro; come nel caso degli studi degli investigatori genetici sul tardigrada e sul deinococcus radiodurans. I marcatori di questa trasformazione, proprio come era avvenuto con l'Antropocene, sono raccolti, questa volta, dal contenitore del cosiddetto Transumanesimo. In un'ideale ripartizione cartesiana, alla trasformazione del corpo, della moltitudine della bruta forza lavoro materiale, si accompagna quella della mente, o per meglio dire, delle ideologie che l'accompagnano nella trasformazione dell'ambiente. Imputate sono allora le filosofie accelerazioniste e singolariste che in modo diverso permeano e strutturano il neoliberismo occidentale, le sue velocità tattiche, le sue scelte politiche e gli orientamenti nel campo dello sviluppo, e i suoi epigoni anche a Oriente. - Citazione: vado.li/terraforming - Puntata: bck11.vado.li Boca Chica Kosmodrom - Brano: vado.li/bocachicakosmodrom Il primo ciclo di «Boca Chica Kosmodrom» è stato di dodici puntate da due ore ciascuna, pensate con l'intento di creare un retroterra comune, un bagaglio concettuale, attorno alle parole d'ordine e ai dispositivi messi in campo dall'avvento del capitalismo spaziale, in vista di un secondo ciclo dalle fattezze più agili e legate alla più stretta attualità degli avvenimenti della space economy. Dodici puntate pensate non solo con un intento critico, ma anche con la volantà di dimostrare che esistono e sono esistiti movimenti e idee che guardano allo spazio extraatmosferico come a un luogo di emancipazione dell'essere umano e di conflitto contro la predazione accumulativa, prima e durante l'emergere delle mire espansionistiche nello spazio del sistema economico contemporaneo. Già , perché se non appare ragionevole volgere lo sguardo altrove ritenendo tali trasformazioni qualcosa di lontano, a noi estraneo e di là a venire, la vera scommessa è quella di provare a leggere le tendenze sapendole anticipatamante interpretare, giacché nelle loro premesse viviamo noi, già tutti, e vivono i nostri più prossimi destini. - Citazione: vado.li/comeincielocosinterra
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Cobol Pongide è scienziato, ufociclista e musicista. Lavora nel campo delle tecniche di mappatura dello spazio, del cicloattivismo e della definizione dello spazio extra atmosferico come terreno di conflitto. Ha pubblicato (con Daniele Vazquez) Ufociclismo. Atlante tattico ad uso del ciclista sensibile (Nerosubianco, 2018); Marte oltre marte. L’era del capitalismo multiplanetario (DeriveApprodi, 2019); Cosmo anticapitalismo. Critica e conflitto nel tempo della conquista dello spazio (Novalogos, 2021). Conduce con BMO la trasmissione radio «Boca Chica Kosmodrom» su Radio Forte.
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