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«Alfabeta» (2)



Nel quadro dei materiali preparativi ai convegni riguardanti i «quattro decenni della controrivoluzione», che DeriveApprodi e la rivista «Machina» intendono organizzare nel corso del 2023, inauguriamo la pubblicazione della collezione completa della rivista «alfabeta» (1979-1988).

A seguito della prima uscita (https://www.machina-deriveapprodi.com/post/alfabeta-1), condividiamo qui i numeri 4-5, di settembre-ottobre 1979.


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Profilo storico di «alfabeta» (1979 maggio - 1988 dicembre)

«alfabeta» è stata una rivista di informazione culturale milanese edita dalla Cooperativa Intrapresa e pubblicata a cadenza mensile dal maggio 1979 al dicembre 1988 per un totale di 114 numeri, su iniziativa di Nanni Balestrini. La redazione era costituita da dieci membri: la critica e italianista Maria Corti, il poeta Antonio Porta, i filosofi Umberto Eco e Pier Aldo Rovatti, gli scrittori Francesco Leonetti e Paolo Volponi, il grafico Gianni Sassi, Mario Spinella e Gino Di Maggio. Si aggiunsero a partire dal decimo numero Omar Calabrese, Maurizio Ferraris e Carlo Formenti. Altri collaboratori furono Angelo Guglielmi, Cesare Segre, Biancamaria Frabotta e, attraverso reportage dall’estero, Ferruccio Masini, Alberto Arbasino, Stefano Agosti, Guido Almansi, Paolo Valesio (da New York) e lo stesso Balestrini, da Parigi. A quella che, secondo Romano Luperini, fu «l’ultima rivista del Novecento italiano, l’ultimo nucleo culturale che tiene acceso il dibattito letterario, politico e culturale fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta», collaborarono grandi intellettuali italiani dell’epoca, legati politicamente al Pci e alla sinistra più radicale, detta allora «extraparlamentare» oppure a militanza intellettuale meno identificabile ma sicuramente attiva e propositiva. Le recensioni della rubrica Cfr., sempre aggiornate su libri, mostre, riviste o eventi culturali, furono a volte scritte a più voci e diedero inizio a dibattiti che si riprendevano in articoli o numeri successivi, con inchieste sull’industria culturale o su categorie di pensiero allora attualissime come la «crisi della ragione» o il postmoderno. Il dibattito artistico coinvolse numerosi critici e storici dell’arte, tra cui, Lea Vergine, Tomas Maldonado, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva, Rossana Bossaglia, Aldo Colonetti, Stefano Zecchi, Mario Perniola, Filiberto Menna. L’attenzione verso il teatro e il cinema si manifestava attraverso articoli e recensioni di Antonio Attisani, Giuseppe Bartolucci, Paolo Bertetto e altri, oltre che dei redattori che dirigevano la rivista. Dal punto di vista filosofico, la rivista seguì e riprese tutti i dibattiti che venivano ingaggiati in quegli anni pubblicando anche interventi in traduzione, con interviste coinvolgenti, tra cui quelle di Jean-François Lyotard, Paul Ricoeur, Jean Baudrillard, Richard Rorty. La rubrica Prove d’artista, una o più pagine interamente delegate al contributo di un artista visivo o di uno scrittore, esordì nel gennaio 1983 con Fausto Melotti e Antonio Porta, passato poi a dirigere «alfabeta» con il suo vero nome, Leo Paolazzi, dall’ottobre 1981. Attualmente le Prove d’artista (66 opere su carta, firmate da 49 autori) costituiscono uno tra i nuclei più significativi della Raccolta del disegno della Galleria Civica di Modena. Furono acquisite nel 1989 grazie all’intuizione di Flaminio Gualdoni, all’epoca direttore dell’istituto, e alla lungimiranza di Antonio Porta, che alla chiusura della rivista volle mantenere unito l’insieme delle opere, garantendone la corretta conservazione e valorizzazione. «A distinguere “alfabeta” è la diversità intesa come valore, laddove la cultura è sinonimo di libertà e autonomia di pensiero. Secondo lo spirito di commistione delle arti, tipico della neoavanguardia, nella sezione del giornale Prove d’artista, compaiono parallelamente ai disegni, componimenti poetici o testi letterari, a formare una sorta di rubrica dedicata all’arte e alla poesia e ai loro reciproci sconfinamenti»[1]. A parere di Luperini, dopo «alfabeta» non ci saranno più, in Italia, riviste letterarie e politico-culturali capaci di esprimere il punto di vista degli intellettuali e la loro volontà d’intervento complessivo» [2]. Anche la veste grafica, il formato e il tipo di carta usata costituirono una grossa novità, presentando ogni numero con una ricerca fotografica o di altre immagini a tema, l’impaginazione che a tratti ricordava il futurismo e soprattutto un formato che si slegava dall’immagine corrente delle riviste come libri, per apparire più come un giornale, dunque sempre attuale, in corsa con i tempi. Un’antologia della rivista, a cura di Rossana Bossaglia con premessa di Maria Corti, è uscita nei tascabili Bompiani nel 1996.



Note [1] Francesca Mora, Prove d’artista. La riscoperta di una collezione in alfabeta 1979-1988 Prove d’artista nella collezione della Galleria Civica di Modena, a cura di Francesca Mora, Mudima, Milano 2017, pp. 13-17. [2] Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Valentina Tinacci La scrittura e l’interpretazione, Volume 3, Tomo II, Palumbo Editore, Palermo, 2005.




Di seguito è possibile scaricare i numeri 5-6 della rivista:








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