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Immagine di Lu Demo

Il libro Centri sociali che impresa fu pubblicato da Castelvecchi nel 1995 a cura di Daniele Farina, esponente di rilievo del centro sociale Leoncavallo, Pino Tripodi, redattore della rivista «DeriveApprodi» e Primo Moroni, gestore della libreria City Lights di Milano e di molte altre iniziative.

L’intenzione dei curatori del libro era quella di aprire una interlocuzione all’interno della realtà dei Centri sociali italiani, allora molto attivi e mediaticamente attenzionati, sulla tematica dell’impresa sociale, tematica proposta da una realtà esterna a quella dei Centri sociali, il Consorzio AASTER, un consorzio di ricerca sociologica milanese diretto da Aldo Bonomi col quale primo Moroni collaborava da alcuni anni.

La proposta di questa interlocuzione produsse un dibattito alquanto acceso che attraversò molti Centri sociali, buona parte dei quali declinarono l’invito a cimentarsi sulle tematiche proposte dal libro in questione, arrivando in alcuni casi a considerarle foriere di un recupero istituzionale del loro agire antagonistico.

Per evitare che tali controversie producessero conseguenze sul terreno dell’unità di intenti dei Centri sociali, aldilà di ogni loro differenza esperienziale, i promotori dei quella proposta dichiararono di retrocedere dai loro intenti e il dibattito a riguardo si esaurì in brevissimo tempo.

Lasciamo ai lettori interessati alle problematiche dei movimenti antagonisti, o come li si voglia chiamare, l’opportunità o meno di ripercorrere quella singolare esperienza del decennio Novanta. (S. B.)


Il libro è scaricabile in versione integrale: qui sotto il PDF.

centri-sociali-che-impresa
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