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Casignana. Una strage impunita

Un'anticipazione del libro



Presentiamo con piacere un’anticipazione di Casignana una strage impunita, scritta dall’autore Gaetano Errigo. Crediamo sia un testo significativo, sul piano storico, delle origini di quel connubio tra la borghesia agraria meridionale, il fascismo e le forze prefettizie che si cementò nel secolo scorso contro i contadini e che è continuato in forme diverse in tutto il periodo repubblicano fino ad oggi.

L’agguato ai braccianti della Cooperativa Garibaldi è indicativo della violenza criminale con la quale il potere locale meridionale reagì contro i contadini, quando questi ultimi riuscirono a sottrarsi al dominio dei proprietari grazie alle terre assegnatagli in quanto ex combattenti. Una storia da conoscere, un libro da leggere.


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Il libro, Casignana una strage impunita, edito dall’Istituto Ugo Arcuri per la storia dell’antifascismo e dell’età contemporanea in provincia di Reggio Calabria, ricostruisce le dinamiche politiche e sociali che determinarono, nel secolo scorso, il massacro dei pacifici contadini di Casignana, piccolo centro pre-aspromontano della fascia jonica reggina. Una storia la cui narrazione, a distanza di cento anni, rivela ancora luci e ombre sulle quali, in parte, l’autore ha provato a fare chiarezza attraverso la consultazione di documenti, finora inediti, provenienti da archivi pubblici e privati.

A Casignana, il 21 settembre 1922, forze dell’ordine e fascisti, messisi al servizio della borghesia latifondista, con la copertura delle autorità prefettizie, raggirarono i braccianti della Cooperativa «Garibaldi» per condurli in un agguato con l’obbiettivo di strappare loro le terre regolarmente assegnategli, secondo il decreto Visocchi, quale ricompensa agli ex combattenti nella grande guerra con la concessione di superficie agricola incolta con la quale provvedere al sostentamento della propria famiglia. Una vicenda avvenuta in un’area periferica del Paese ma di una importanza rilevante, sul piano storico, in quanto è la prima volta in Calabria, e una delle prime in Italia, che si registra un connubio, per nulla celato, tra camicie nere e forze dell’ordine nella repressione del socialismo dilagante, anzi ne rivela una manifesta collaborazione tra Stato e fascismo. Inoltre, questa storia, risulta importante perché segna l’inizio della fascistizzazione della Calabria e dell’intero Mezzogiorno dove, fino alla vigilia della Marcia su Roma, che avverrà circa un mese dopo, il fenomeno dello squadrismo in camicia nera era rimasto, a differenza che nel settentrione, un movimento marginale.

Come sottolinea nella prefazione Rocco Lentini, presidente dell’Istituto Arcuri: «Errigo nel ricostruire gli avvenimenti indugia sul “carattere” della comunità di Casignana, sulle debolezze dello Stato e delle istituzioni, sulla determinazione con la quale è stata ideata, progettata e costruita la strage rendendoci un quadro inedito che la colloca nel solco delle grandi stragi di Stato perpetrate a danno dei lavoratori italiani». Partendo dalla narrazione dei pochi e datati saggi brevi sull’argomento, ho approfondito l’argomento riportando le notizie comparse sulla stampa nazionale e locale dell’epoca, che del caso si è occupata per settimane, nonché quelle emerse dalle inchieste compiute dai parlamentari socialisti e dal dibattito che a Montecitorio è seguito dopo diverse interrogazioni. Il tutto con il compendio delle testimonianze di chi ha vissuto quei nefasti giorni, alcune delle quali narrate a voce e incise su vecchi nastri audio.

Inoltre, nel volume, ripercorrendo anche diverse vicende che non poche polemiche suscitarono nel tempo, ampio spazio è dato al periodo successivo – grazie alla consultazione di documenti redatti dalle autorità fasciste – ovvero a quello relativo all’instaurazione della dittatura e ai continui soprusi compiuti dai fascisti a danno degli avversari politici, soprattutto dei socialisti, i cui capi furono perseguitati fino alla fine dei propri giorni, rei di aver difeso, in Casignana, insieme ai diritti dei contadini, l’ultimo baluardo di una democrazia che ormai periva sotto la violenza delle camicie nere.


Immagine: Francesco Ananìa


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Gaetano Errigo (1986), giornalista. E’ stato corrispondente de Il Quotidiano della Calabria ed ha collaborato con Calabria Ora. Responsabile della Biblioteca dell’Istituto «Ugo Arcuri» per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, in provincia di Reggio Calabria, svolge attività di ricerca ed è autore di numerose pubblicazioni, tra le quali: Taurianova tra storia e Mito, «Calabria Letteraria», n. 266, 2020; Occupazione delle terre e lotte contadine nella Piana del Tauro nelle memorie di un protagonista: Turi Falleti, «Sud Contemporaneo», n. 1/2, 2018; Il lavoro nella Piana del Metauro, un sistema economico produttivo feudale nella provincia reggina del XXI secolo, «Sudcomune.it», 09/2018.

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