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L'autonomia delle lesbiche Nere

Intervento per la campagna internazionale «Salario al lavoro domestico», Toronto luglio 1976.





Come si legge in calce al dattiloscritto conservato negli Archivi del Movimento canadese delle donne, presso l’università di Ottawa (che sarà pubblicato prossimamente nella sezione «archivi»): «Questo discorso è stato pronunciato da Wilmette Brown del gruppo femminista Black Women for Wages for Housework, nel corso della prima conferenza internazionale sul lesbismo, organizzata dalla campagna Salario al lavoro domestico, con il titolo Verso una strategia per il movimento lesbico. La conferenza era stata organizzata da Wages Due Lesbians [gruppo della stessa rete] e si svolse a Toronto, dal 23 al 25 luglio 1976. Il discorso è del 24 luglio».

La Black Women for Wages for Housework era nata nei mesi immediatamente precedenti, come esito della Welfare Conference di New York, la conferenza organizzata dal gruppo newyorkese del Collettivo internazionale femminista, promotore della campagna Salario al lavoro domestico sul tema dei servizi e della sicurezza sociale. Come ha scritto Louise Toupin, nel volume - già presentato e commentato su queste pagine - Il salario al lavoro domestico. Cronaca di una lotta femminista internazionale (1972-1977) (ombre corte 2023): «Il 24 aprile 1976, il New York Wages for Housework Committee, che comprendeva anche donne afroamericane, organizzò una conferenza sul welfare a New York a cui parteciparono centocinquanta donne provenienti da diverse zone di New York e delegazioni di donne dei collettivi Wages for Housework di Chicago, Philadelphia, Cleveland, Boston e Los Angeles. Invece dell’assistenza pubblica, si chiedeva un vero e proprio salario per il lavoro domestico (…) Diverse donne hanno parlato dei rapporti di potere tra donne Nere e bianche, dove le donne bianche sono definite “signore”, mentre le donne Nere sono definite “prostitute”. Hanno messo in evidenza il fatto che un’ampia percentuale di donne Nere aveva come unico impiego retribuito fuori casa quello di domestiche nelle case di donne bianche. Hanno anche denunciato di trovarsi negli ultimi posti della scala salariale in America e di dover lottare contro la burocrazia e i tagli al sistema di welfare»[1].

In linea con le istanze emerse in quella occasione, l’intervento di Wilmette Brown, richiama l’urgenza politica dell’organizzazione autonoma delle lesbiche Nere prendendo in esame tre differenti livelli di autonomia: dagli uomini Neri, dalle donne bianche e dalle donne Nere eterosessuali. Ciò le permette di «parlare di cosa sono realmente il razzismo e il sessismo. Perché penso - afferma esplicitamente - che la situazione delle donne Nere - la lotta delle donne Nere – rifletta al meglio ciò che sono razzismo e sessismo». È anche per questo che Louise Toupin ha definito la campagna internazionale Salario al lavoro domestico «una prospettiva intersezionale ante literam»[2].

Il testo, che precede di alcuni mesi il Black Feminist Statement del Combahee River Collective (aprile 1977), costituisce un riferimento cruciale nel pensiero femminista afroamericano ed è considerato dalla stessa Barbara Smith, tra le fondatrici del Combahee River Collective, uno dei documenti inaugurali del Black Feminism Criticism negli Stati Uniti [3] [A.C.].


***


Voglio parlare dell'autonomia delle lesbiche Nere. Ci sono tre livelli di autonomia delle lesbiche Nere di cui voglio occuparmi.

Per prima cosa, tratterò l'autonomia delle donne Nere dagli uomini Neri; in secondo luogo, mi occuperò dell'autonomia delle donne Nere dalle donne bianche; e infine, dell'autonomia delle lesbiche Nere dalle donne Nere eterosessuali. Nel trattare questi tre livelli di autonomia delle lesbiche Nere vorrei, si spera, arrivare a parlare di cosa sono realmente il razzismo e il sessismo. Perché penso che la situazione delle donne Nere - la lotta delle donne Nere – rifletta al meglio ciò che sono razzismo e sessismo.


L’autonomia delle donne Nere dagli uomini Neri

Prima di tutto, perché le donne Nere devono essere autonome dagli uomini Neri.

Dobbiamo essere autonome dagli uomini Neri perché, come per tutte le donne, il potere degli uomini Neri sulle donne Nere è il potere del salario degli uomini sulle donne. Sebbene si parli molto, in particolare negli Stati Uniti, di famiglie della comunità Nera con a capo una donna, la maggior parte delle famiglie Nere è guidata da uomini. Vale a dire, la maggior parte delle donne Nere dipende dal salario degli uomini Neri per sopravvivere. Nel suo punto più alto, la capacità di guadagno delle donne Nere è pari solo al 60/70% della capacità di guadagno degli uomini Neri. Inoltre, nell'ultimo decennio, la capacità di guadagno delle donne Nere rispetto alla capacità di guadagno degli uomini Neri è diminuita sostanzialmente. Mentre negli anni Sessanta le donne Nere cosiddette professioniste, con i livelli più elevati di istruzione, ovvero quelle che guadagnavano il massimo, potevano guadagnare fino anche al 75% del salario degli uomini Neri, negli ultimi dieci anni questo dato è sceso al 67%.

Dunque, il quadro economico delle donne Nere in relazione agli uomini Neri - e la loro dipendenza dagli uomini Neri - sta effettivamente peggiorando.

Le donne Nere hanno meno accesso a quel tipo di formazione che assicura un salario - come l’istruzione - nonostante, un altro mito ancora, quello che vuole «così tante donne Nere istruite». Un mito molto diffuso negli Stati Uniti. Le donne Nere non sono solo svantaggiate rispetto agli uomini Neri nella formazione e nell’accesso all'istruzione, ma anche nella varietà di posti di lavoro a aperti per loro. Proprio come per le donne bianche, la gamma di posti di lavoro destinati alle donne Nere è molto più ristretta di quelli concessi agli uomini. E i nostri lavori sono sempre i meno pagati, i più sporchi, i più umili e così via. La stragrande maggioranza delle donne Nere sono «lavoratrici nei servizi». Una donna Nera su cinque è in realtà una «lavoratrice domestica». E quando si guardano le statistiche sulla disoccupazione negli Stati Uniti, il gruppo più numeroso di disoccupati sono le donne Nere adolescenti. Anche tra gli adolescenti, il tasso di disoccupazione è più alto per le donne Nere che per gli uomini neri.

Quindi, nonostante la molta propaganda che circola negli Stati Uniti su come le donne Nere si trovino in una posizione relativamente migliore rispetto agli uomini Neri, questo pomeriggio, parlerò ampiamente sia di questo tipo di propaganda sia di come la stessa propaganda era utilizzata, in particolare durante gli anni Sessanta, per attaccare le lotte delle donne Nere e dell'intera comunità Nera: nella comunità Nera il potere del salario degli uomini controlla le donne Nere. Le donne Nere dipendono dal salario degli uomini Neri. Per questo motivo le donne Nere devono essere autonome dagli uomini Neri: perché questi ultimi hanno potere su di noi. Perché non possiamo fare affidamento sugli uomini Neri per rappresentare i nostri interessi, perché loro hanno il potere del salario che agisce su di noi.

D'altra parte, sappiamo anche molto bene che il razzismo impone che tutti i Neri abbiano meno potere di tutti i bianchi a livello internazionale; che i salari di tutti i Neri, compresi gli uomini Neri, siano inferiori ai salari dei bianchi. Ecco, dunque, cos'è il razzismo: meno accesso al denaro, e quindi meno potere. In modo che tutti i Neri a livello internazionale abbiano meno potere dei bianchi è necessario che abbiano meno accesso al denaro. Quindi, ecco spiegato perché molto spesso gli uomini Neri non hanno un salario, o comunque hanno meno accesso al salario rispetto ai bianchi.

Questa circostanza ancora una volta si ritorce contro la donna Nera che in assenza del salario dell'uomo Nero è costretta ad uscire di casa per svolgere un secondo lavoro più di quanto siano costrette a farlo le donne bianche. Significa quindi che noi siamo costrette ad accettare qualsiasi tipo di lavoro per avere accesso a un salario. Significa che siamo spinte a prostituirci per avere accesso ai salari di uomini bianchi e di alcuni uomini Neri. Questo per dire che l'assenza di un salario - del salario maschile - nella comunità Nera, e la relativa scarsità di salari per uomini Neri nella comunità Nera in generale, significa più lavoro per le donne Nere. Allo stesso tempo significa anche che noi dobbiamo impegnarci in una lotta doppia e tripla.

Ora, vista l’assenza di salario, ciò che rimane agli uomini Neri – in assenza di salario – è il potere del pene. Adesso che per le lesbiche si parla di invidia del pene, io credo che con il salario al lavoro domestico si possa iniziare a capire cosa sia questa invidia del pene. Questa invidia del pene riguarda essenzialmente i soldi, perché quello che gli uomini hanno e che manca alle donne non è il pene ma i soldi. Quello che gli uomini hanno e che noi vogliamo non è il pene ma il denaro.

Ora, il modo in cui opera la sessualità capitalista - o la sessualità sotto il capitale - sembra sempre, ovviamente, definire i gruppi di persone con meno soldi come quelli che hanno i peni più grandi. Per questo, ad esempio, negli Stati Uniti gli uomini Neri con meno soldi sono ritenuti avere i peni più grandi. E se si considera l'Europa, si nota che funziona alla stessa maniera. Ad esempio, in Italia: l'Italia meridionale che è l'area «sottosviluppata» dell'Italia, si suppone che abbia gli uomini (gli uomini di Napoli per dire) più attraenti. Se si guarda all’Europa in generale, si vede lo stesso modello razzista - ovunque ci sia una prevalenza di persone non salariate, queste sono considerate le zone con gli uomini più sessualmente attraenti. Ugualmente l'America Latina è considerata una regione di passione e sensualità perché ci sono pochi soldi. L’assenza del salario in queste aree, così come l’assenza di salario per gli uomini Neri, molto spesso dimostra come tutto ciò che rimane a questi uomini non salariati sia il potere del pene e l’odio, la violenza contro le «forze» che li hanno privati del salario. E quella violenza e quell'odio esplode contro le donne Nere. Esplode contro di noi perché siamo i bersagli più vicini e più vulnerabili. Quindi, sia come donne Nere che dipendono dai salari degli uomini Neri, sia come donne Nere costrette ad accettare un secondo e terzo lavoro perché non c’è il salario maschile o non è sufficiente dobbiamo, in ogni caso, fare i conti con le esplosioni violente di uomini Neri non-salariati. Gli uomini hanno potere su di noi. Non possiamo delegare a loro la difesa o l’articolazione dei nostri interessi ma dobbiamo farlo per conto nostro.

Questo è stato lampante gli anni Sessanta con il movimento di liberazione dei Neri. Benché noi donne Nere fossimo in grado di usare parte del potere degli uomini Neri per definire alcuni dei nostri interessi, per recuperare e riscoprire la nostra dignità e il nostro senso di sé; benché quindi utilizzavamo il potere degli uomini Neri, il prezzo che abbiamo dovuto pagare per usare quel potere è stata la nostra subordinazione a loro. Con il pretesto della «Liberazione nera», abbiamo subito un'ulteriore subordinazione, un'intensificata subordinazione al loro potere.

Sono certa che tutti abbiano a un certo punto sentito il commento di Eldridge Cleaver, quando diceva che avrebbe ottenuto la sua virilità o la terra si sarebbe spianata nel suo intento di ottenerla. Questo doveva essere il movimento di liberazione «Nero». Un uomo che ottiene la sua virilità. Ed era di questo che si trattava. La virilità. Quindi l’ideologia della «liberazione nazionale» durante gli anni Sessanta coincideva con l'ideologia della superiorità sessuale maschile Nera. La virilità degli uomini Neri. Ancora una volta il potere del pene maschile Nero. E possiamo con ciò vedere molto chiaramente come il capitale — o meglio come «The Men, l’Uomo», come chiamiamo il capitale e lo Stato — usa la mancanza di salario e il pene per controllare gli uomini, per disciplinare gli uomini.

Detto questo, si può ritenere che il movimento di liberazione dei Neri abbia in un certo senso coinciso con il piano dello Stato, con il piano de «l’Uomo», per controllare le donne Nere. E che a un certo punto gli uomini Neri nella lotta per conquistare il potere per sé stessi si siano effettivamente comportati nei confronti delle donne Nere nello stesso modo in cui il governo, il mercato del lavoro, le imprese hanno sempre agito contro le donne Nere. Ciò che è stato proposto come - o ciò che si spacciava per - Liberazione dei Neri era in realtà un intensificarsi della subordinazione delle donne Nere.

Come ho già detto, negli anni Sessanta siamo state in grado di usare il potere degli uomini Neri, di attingere al potere maschile come donne Nere e iniziare a recuperare il senso di noi stesse e un senso di dignità. Siamo state, per esempio, capaci di guardare i nostri volti, i nostri corpi, i nostri capelli e iniziare ad accettarci, iniziare a sentirci belle. Siamo state capaci di farlo. Ma quel processo è potuto andare così lontano solo fintanto che siamo rimaste subordinate ai desideri e agli interessi degli uomini Neri.

Per questo motivo, alla fine degli anni Sessanta, molte donne Nere erano disgustate, stufe delle organizzazioni dominate dagli uomini Neri, e così lasciammo quelle organizzazioni. E quando abbiamo lasciato quelle organizzazioni, il Movimento Nero come lo conoscevamo negli anni Sessanta è terminato. Perché quelle organizzazioni erano state costruite sulle spalle delle donne Nere che facevano i lavori domestici all’interno di quei gruppi. Eravamo dattilografe, facevamo le telefonate, andavamo di porta in porta, scopavamo, scrivevamo ecc. Eravamo la spina dorsale di quelle organizzazioni. E quando ce ne siamo andate le organizzazioni non hanno retto e quella esperienza si è conclusa.

Dobbiamo organizzarci autonomamente dagli uomini Neri per mettere al primo posto i nostri interessi; per continuare il processo di scoperta che abbiamo iniziato negli anni Sessanta e riconoscere quali sono i nostri interessi e i nostri bisogni - perché siamo belle, ci piacciamo, e possiamo ottenere potere. Dobbiamo organizzarci autonomamente per questo. E, nell'organizzarci autonomamente per noi stesse stiamo di fatto portando avanti il movimento di liberazione dei Neri. Stiamo rendendo possibile il proseguimento della lotta per la liberazione di tutti i Neri. Ma possiamo farlo solo se rimaniamo autonome dagli uomini.


La nostra autonomia dalle donne bianche

Il secondo punto del mio discorso riguarda la nostra autonomia dalle donne bianche. Le donne bianche in questa società hanno un maggiore accesso al denaro, attraverso l'accesso ai salari degli uomini bianchi e attraverso un sistema razzista che ancora determina una più ampia gamma di lavori disponibili e un maggior accesso alla formazione al lavoro per le donne bianche rispetto alle donne Nere.

Così che mentre, da un lato, tutte le donne negli Stati Uniti hanno salari più bassi di tutti gli uomini. E quindi in generale, le donne bianche che hanno comunque salari più bassi degli uomini Neri – che è il sessismo – hanno comunque salari più alti delle donne Nere, le quali perciò devono organizzarsi autonomamente dalle donne bianche.

Inoltre, non solo le donne bianche hanno accesso al salario maschile bianco, che è il salario dominante, per così dire, nel mondo. Le donne bianche sono state - tra virgolette - «protette» come donne dal matrimonio. Ora il movimento delle donne bianche, la lotta delle donne bianche, ha mostrato chiaramente che quella «protezione» da parte degli uomini bianchi è di fatto dominio. Questo è ciò che il movimento delle donne bianche, la lotta delle donne bianche, ha dimostrato: quella «protezione» è dominio. Tuttavia, in uno Stato di polizia come gli Stati Uniti, o come il Canada, o come qualsiasi altro Stato sulla faccia della terra, in uno Stato di polizia basato sulla mancanza di salario delle donne e sul lavoro non salariato svolto dalle donne, che rende le donne - tutte le donne - vulnerabili agli attacchi predatori di tutti gli uomini, la «protezione» del matrimonio è una protezione relativa. È una «protezione del salario» ed è la protezione dalla violenza maschile che deriva dal potere del salario che gli uomini esercitano su di noi. Le donne Nere molto spesso non hanno avuto quella protezione, si pensi alla schiavitù, quando eravamo «usate» per riprodurre bambini, sfruttate come animali per riprodurre bambini senza il matrimonio. Per questo quando siamo uscite dalla schiavitù, il matrimonio è stato per noi qualcosa a cui aspirare. Perché parlando in termini relativi, era un tipo di stabilità e sicurezza che non avevamo mai avuto, che non ci era stato permesso avere durante la schiavitù.

In terzo luogo, le donne bianche hanno il potere di legittimità sulle donne Nere. Perché anche se il razzismo e il sessismo definiscono tutte le donne come oggetti, nella società occidentale - e gli standard della società occidentale sono gli standard del mondo intero- le donne bianche sono gli oggetti legittimi di bellezza, di amore, di femminilità. Le donne Nere non lo sono. C'è una divisione del lavoro, che si costituisce negli Stati Uniti a partire dalla schiavitù, che definisce le donne bianche come donne, come aventi caratteristiche fisiche belle, come esseri femminili, come oggetti d'amore, come esseri che in un certo senso stanno su un piedistallo, anche se ancora una volta sappiamo che il movimento delle donne bianche, la lotta delle donne bianche, ha mostrato il «piedistallo» per quello che è. Ma le donne bianche hanno avuto quel tipo di legittimità, le donne Nere invece no.

Siamo state gli animali della società occidentale. Siamo state gli animali. Siamo state gli animali sessuali. Siamo state le puttane, definite puttane. E come tali in cerca di accesso ai salari maschili. Siamo state quelle private di standard di femminilità propri, di bellezza. E perciò a causa di questa divisione del lavoro tra donne bianche e Nere, e per il potere che le donne bianche, relativamente parlando, hanno su di noi, (anche se ancora una volta tutte le donne hanno salari più bassi di tutti gli uomini) le donne Nere devono organizzarsi autonomamente anche delle donne bianche.

Perché noi siamo le bambinaie, siamo le cameriere. Sono le donne Nere che lavorano come domestiche per le donne bianche e non il contrario. Noi siamo le puttane. Siamo le madri illegittime. Per questo ci dobbiamo organizzare autonomamente dalle donne bianche. Ci organizziamo a partire dalle nostre particolari condizioni di donne Nere e della natura particolare della nostra lotta, che è una battaglia costante contro la privazione, contro l’abiezione e contro l’odio di sé. E ci organizziamo autonomamente per lottare per il salario al lavoro domestico a partire dalla nostra condizione particolare, per porre fine al nostro lavoro come persone Nere e per porre fine al nostro lavoro come donne. Dobbiamo organizzarci in modo autonomo.

Oggi, la tendenza generale nella comunità Nera che, come ho detto, si organizza dagli anni Sessanta, vede la leadership della lotta per la liberazione dei Neri chiaramente nelle mani delle donne Nere. Da quando noi ce ne siamo andate gli uomini stanno annaspando. Al contrario, le donne Nere si stanno organizzando. A New York, per esempio, con la crisi per la chiusura delle scuole, la chiusura degli ospedali, la chiusura degli asili, il licenziamento delle donne; tutti questi attacchi - che attaccano la comunità, l'area del lavoro femminile, che attaccano soprattutto i bambini e le donne - le donne Nere stanno prendendo la leadership nell'organizzazione di queste lotte: scioperi contro il caro affitto, e così via. Ancora una volta, stiamo fornendo la direzione per la lotta all'intera comunità nera.


L’autonomia delle lesbiche Nere dalle donne Nere eterosessuali

Infine, vorrei portare l’attenzione sull’esigenza di autonomia delle lesbiche Nere dalle donne Nere eterosessuali. Per farlo devo tornare a parlare del tipo di disciplina sessuale imposta ai Neri : la disciplina eterosessuale. Perché cosa significa in realtà che nella società capitalista le persone Nere sono «quelle sessuali»? Che le persone Nere sono quelle sessualmente appetibili? Significa che la disciplina eterosessuale ha pesato in modo particolarmente grave sulle donne Nere. Significa che siamo state utilizzate come animali da riproduzione - ed essere utilizzate come animali da riproduzione è una forma piuttosto grave di uso della disciplina eterosessuale; significa che siamo state spinte alla prostituzione - per sopravvivere, per aver accesso al salario degli uomini bianchi e degli uomini Neri che ci serve per sopravvivere; significa che molto spesso, in particolare nelle prime fasi della lotta per il controllo delle nascite e per l’aborto, abbiamo avuto meno possibilità di accedere al controllo delle nascite e quindi più bambini. Qualunque sia la forma che la disciplina eterosessuale assume, esiste una disciplina eterosessuale particolarmente oppressiva per le donne nere.

Così la lesbica Nera che rifiuta il lavoro sessuale con gli uomini, che rifiuta le condizioni di lavoro della femminilità insite nel servire sessualmente gli uomini, questa lesbica Nera è veramente superfreak. Non è solo freak rispetto alle altre donne – perché rifiuta il lavoro eterosessuale – ma è freak anche rispetto al suo essere Nera perché il suo essere Nera è sessualmente definito nel capitalismo. In effetti, i militanti Neri negli anni Sessanta hanno assunto la definizione di se stessi come esseri sessuali perché era un modo per rafforzare il proprio potere, che è in realtà il potere dell’eterosessualità. In questo contesto, quindi, le lesbiche Nere devono organizzarsi in modo autonomo rispetto alle donne Nere eterosessuali perché siamo freak e perché finché non affermiamo i nostri bisogni, nessun altro lo farà per noi – e la soddisfazione di questi bisogni non sarà oggetto di lotta.

Quindi, data questa disciplina eterosessuale, per le donne Nere il matrimonio è ancora oggi un’aspirazione; dopo la schiavitù, non solo il matrimonio si è imposto come qualcosa di desiderabile per la condizione di relativa sicurezza che garantiva rispetto alle condizioni della schiavitù ma ancora oggi risulta un'aspirazione per molte donne Nere perché garantisce l'accesso al salario di un uomo e per questo fornisce una sorta di stabilità - o sembra fornire una sorta di stabilità - che non è generalmente garantita alle donne Nere e conferisce anche una sorta di legittimità sia in termini di femminilità sia in termini di famigliola felice (come mamma, papà e bambini, ecc.). Quindi, per molte donne Nere il matrimonio è un'aspirazione. Così anche la femminilità è un'aspirazione per molte donne Nere perché la femminilità Nera, la «femminilità» - tra virgolette- delle donne Nere, è stata sempre negata dal razzismo che non ha mai permesso alle donne Nere di definirsi femminili, ma ci ha sempre definite come animali. La femminilità è quindi un'aspirazione. Il matrimonio è quindi lo spazio dove esprimere la propria femminilità e, in una realtà in cui gli uomini Neri con un salario sono pochissimi, è visto come un qualcosa a cui aspirare, su cui competere disperatamente come per un premio. Questa è la situazione tra le donne Nere ed è questo un altro motivo per cui le lesbiche Nere devono organizzarsi autonomamente dalle donne Nere straight.

Dobbiamo essere visibili, e l'unico modo per essere visibili è essere autonome. Perché non tutte le donne Nere sono eterosessuali e l'unico modo per renderlo chiaro è essere visibili come lesbiche Nere. Essere visibili è l'unico modo per entrare in comunicazione con altre lesbiche Nere. Perciò dobbiamo organizzarci per essere visibili, per esprimere i nostri interessi e il nostro particolare punto di vista sulla lotta. Essere considerate eterosessuali significa essere invisibili. Rimanere invisibili significa che nella comunità Nera continueremo ad essere definite bulldaggers[4]. Questo è il termine che viene utilizzato nella comunità Nera per descrivere le lesbiche: bulldaggers.

Nella comunità Nera c’è una certa condizione di tolleranza per gli uomini gay; sono, come sapete, considerati in qualche modo «carini». I pochi in giro sono, come sapete, trattati con una certa dose di condiscendenza ma sono in qualche modo accettati. C'è per loro una piccola nicchia nella comunità. Le lesbiche Nere invece, sono o completamente invisibilizzate oppure, le poche che ci sono, sono etichettate come - tra virgolette – «camioniste», bulldaggers appunto.

E la parola stessa che è violenta, che evoca violenza: richiama non solo un pugnale (dagger) ma un bulldagger (dove bull sta per toro). Insomma, continueremo a essere bulldagger fino a quando non avremo costruito il nostro potere come lesbiche Nere, acquisendo la nostra visibilità a partire dai nostri bisogni - e a partire dal potere che raggiungiamo lottando come lesbiche, come lesbiche Nere.

Quindi il lesbismo per le donne Nere è davvero una sfida, è una sfida alla nostra identità sessuale, all’identità sessuale delle donne e alla nostra identità razziale. L'unico modo per noi di portare avanti questa lotta è organizzarci autonomamente. Questo però non è stato possibile fino a quando non abbiamo creato il gruppo, in tutto autonomo, delle lesbiche Nere per il salario al lavoro domestico. La prospettiva del salario al lavoro domestico permette alle lesbiche Nere di organizzarsi autonomamente con la possibilità di ottenere qualcosa di concreto. Guadagnare denaro dà il potere di lottare come lesbiche e dà il potere a molte altre donne Nere che sono intrappolate nei matrimoni a causa della dipendenza dal salario maschile, di uscire allo scoperto e affermarsi come lesbiche. Siamo molte. Invisibili, ma moltissime. E un’indagine informale che ho condotto nei bar negli ultimi dieci anni mi ha confermato che siamo sempre più numerose. Non ho alcuna statistica in merito, ovviamente. Sapete che non si fanno statistiche di questo tipo, è solo un mio sondaggio informale, ma. Ma siamo in tante ed è una bella sensazione che può andare avanti solo man mano che otterremo del denaro e riusciremo a essere sempre di più. Perché senza soldi non si sopravvive. Non possiamo sopravvivere come lesbiche, non possiamo sopravvivere come donne Nere.


Organizzarsi autonomamente

La prospettiva del salario al lavoro domestico ha significato la possibilità per le lesbiche Nere di organizzarsi autonomamente per ottenere qualcosa, per vincere qualcosa. Ma ha anche reso possibile, per la prima volta, alle lesbiche Nere di connettersi veramente con le donne Nere eterosessuali. Perché l'isolamento delle lesbiche Nere è davvero molto profondo, dato che siamo superfreaks, dato che il nostro lesbismo sfida sia l'identità sessuale, che il capitale, che l'identità razziale. L'isolamento delle lesbiche Nere dalle donne Nere eterosessuali è reale. Immenso. Ho cercato in tutta la storia nera, la letteratura nera, ovunque, alla ricerca di donne che potessero in qualche modo essere riconosciute come lesbiche. Ora so che in un certo senso erano tutte lesbiche. Ora lo so.

È stata però una ricerca molto dolorosa. Nel periodo in cui ho vissuto in Africa, è stato molto doloroso non essere in grado in alcun modo di connettermi con le donne africane del continente perché non riuscivo a superare l’idea della loro apparente condizione di subordinazione e dipendenza dagli uomini. Non potevo andare oltre l'apparenza della loro schiavitù alla maternità e all’accudimento di famiglie molto numerose. Non sono riuscita ad oltrepassare quel velo di apparenza e vedere come io, in quanto lesbica Nera, sono collegata con quelle donne Nere, che siano esse in Africa o nei ghetti in America.

Qual è il mio legame come lesbica Nera – che ha rifiutato tutto questo - con le donne Nere che hanno figli, che sono sposate con uomini? La prospettiva del salario al lavoro domestico ha reso possibile, per la prima volta, il collegamento tra donne Nere eterosessuali e lesbiche. Questa prospettiva ci permette di andare oltre un’apparente differenza per concentrarci sul fatto che tutte le donne Nere sono in realtà alle prese con il lavoro domestico e con la ricerca di denaro per sopravvivere.

Questa prospettiva ci permette di vedere che le donne Nere con dieci figli, assegnatarie di aiuti sociali, che lottano per ottenere denaro direttamente dallo Stato, lottano contro il loro lavoro eterosessuale, proprio come me, che lotto contro il lavoro eterosessuale - che quelle donne nel fare la richiesta allo Stato, al governo, per avere dei soldi per sostenere i loro «figli illegittimi» - «illegittimi» tra virgolette perché illegittimo è solo il diavolo - che quelle donne che stanno lottando per avere i soldi direttamente dallo Stato stanno facendo la stessa lotta che sto facendo io, che è la lotta per avere i soldi contro la dipendenza dal potere degli uomini. Questa prospettiva, in breve, ha reso possibile, per la prima volta nella mia vita, un’alleanza con altre donne Nere, indipendentemente dalla loro situazione, perché tutte stiamo lottando contro il lavoro domestico, contro la disciplina eterosessuale, contro la disciplina del lavoro eterosessuale, per il denaro, per l’indipendenza.

La crisi ha messo sotto attacco le conquiste delle donne Nere. Ovviamente, l’intenzione dell'Uomo è quella di riportarci a casa alle loro dipendenze o sulle strade a prostituirci sempre alle loro dipendenze. E questo attacco, questa controffensiva mossa alle conquiste conseguite dalle donne Nere, è chiaramente un attacco al fatto stesso che più donne Nere stanno diventando lesbiche, stanno diventando visibili, che più donne Nere stanno rifiutando un secondo lavoro e chiedono soldi direttamente allo Stato.

La controffensiva assume molte forme. Anche gli uomini Neri sono vulnerabili, più vulnerabili degli uomini bianchi, per esempio, nella possibilità di perdere il lavoro. Ciò comporta che quegli uomini Neri che ora, a causa della crisi, si ritrovano senza salario, che vengono cacciati dal lavoro, tornano nelle loro case dove ci si aspetta che le donne se ne prendano cura, ne accolgano i fardelli e le fatiche dall'essere senza denaro e che si sottomettano alla violenza che viene loro inflitta come manifestazione della frustrazione maschile data dalla mancanza di salario. C’è una controffensiva degli uomini Neri contro il potere che le donne Nere stanno costruendo grazie alla nostra organizzazione autonoma. Questa controffensiva può essere vista anche nella musica Nera dove c'è una varietà di canzoni molto popolari - come ad esempio, Let’s Make A Baby, Family Reunion - che parlano della famiglia Nera con a capo l’uomo e la donna come suo braccio destro.

C'è una controffensiva da parte dell'organizzazione a predominanza maschile che si chiama Nation of Islam (che si sta diffondendo non solo negli Stati Uniti ma anche in tutti i Caraibi), che propone la famiglia Nera come spazio di liberazione delle donne Nere. A quanto pare tra gli uomini Neri «progressisti» - progressisti tra virgolette - si sta cominciando ad ammettere che gli uomini Neri hanno problemi sessuali. Ma lo si sta facendo perché, con questa ammissione, che per un uomo Nero, si sa, è molto pesante, si tenta di mantenere in qualche modo una presa sulle donne Nere. Mi spiego, uno studioso Nero con il quale ho lavorato una volta negli anni Sessanta, ha scritto, lo scorso febbraio un saggio sulla rivista «Ebony» (che è una rivista della e sulla comunità Nera), in cui propone «gruppi d’amore» di uomini e donne Neri, «love groups» in cui uomini e donne Nere possano imparare ad amarsi. Hanno paura della nostra autonomia e ammetteranno anche di avere problemi sessuali pur di mantenere in qualche modo una presa su di noi. Anche questo fa parte della crisi di cui parlavo prima.

Quindi date queste premesse, le organizzazioni autonome di lesbiche Nere sono particolarmente necessarie. È diventato urgente uscire allo scoperto. È urgente entrare in collegamento con altre lesbiche Nere in modo che possano fare coming-out senza rimanere nell’isolamento in cui si trovano costrette. Ed è urgente che ci organizziamo come lesbiche Nere secondo la prospettiva del salario al lavoro domestico. Perché questa prospettiva rende possibile unirsi con tutte le donne Nere e finalmente con tutte le donne in generale. Perché i salari di tutte le donne sono inferiori ai salari di tutti gli uomini. Tutte le donne sono subordinate a tutti gli uomini.

La nostra autonomia non è un frazionamento del nostro potere ma un'estensione. Perché quanto più siamo in grado di articolare ciascuno dei nostri bisogni e di organizzarci sulla base di questi bisogni, tanto più diventiamo forti. Quanto più chiaramente definiamo cosa vogliamo diventare, tanto più diventeremo potenti e la lotta per il salario al lavoro domestico ci conferirà il potere di definire e scoprire tutte le nostre possibilità.



* Traduzione dall’inglese di Martina Gabrielli.


Note [1] L. Toupin, Il salario al lavoro domestico. Cronaca di una lotta femminista internazionale (1972-1977), ombre corte 2023, pp. 192-93. [2] Ivi, 16. [3] Si veda B. Smith, Toward a Black Feminist Criticism, «The Radical Teacher», 7, marzo 1978, pp. 20-27. [4] Bulldaggers è l’equivalente del termine butch per la comunità Nera: un’espressione gergale peggiorativa per indicare le lesbiche che si identificano fisicamente, mentalmente ed emotivamente come maschile [n.d.r.].

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