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Festival 5 di DeriveApprodi. Chi lavora è perduto





Pubblichiamo il programma del Festival che si terrà a Bologna nei giorni 22-23-24-25 settembre 2022 presso la Casa di Quartiere Scipione dal Ferro.


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Quattro giorni di festival della casa editrice DeriveApprodi con la collaborazione della libreria .Input, e della rivista online «Machina» presso la Casa di Quartiere Scipione dal Ferro, messa a disposizione dall'Associazione Italiana Cultura Sport,in via Sante Vincenzi 50 a Bologna nei giorni 22-23-24-25 settembre 2022. La Casa di Quartiere Scipione dal Ferro si trova in via Sante Vincenzi 50 a Bologna, nel cuore della Cirenaica, nella Bologna di Guccini e Dalla, la Bologna delle antiche trattorie e della vita di comunità. Il complesso dello Scipione si divide in tre spazi: il bar centrale e le due sale ai lati del bar, la sala Radici e la sala Amerigo. Tutti e tre gli spazi hanno accesso sul giardinetto pubblico che sorge alle spalle della Casa di Quartiere. Il bar è ampio e con numerosi tavoli a sedere. La sala Radici, a sinistra del bar, ha un’ampiezza di circa 60 mq e dispone di accesso per disabili. La sala Amerigo, a destra del bar, ha un’ampiezza di circa 70 mq e dispone di accesso per disabili oltre a un palco e a uno schermo per proiezioni.

Giovedì: Chi lavora è perduto

18.00-19.00: Caterina Varzi (avvocato, sceneggiatrice) presenta il libro Una passione libera. In forma di autobiografia, di Tinto Brass con Caterina Varzi

19.15-20.15: Istinto Brass, documentario su vita e opere di Tinto Brass

20.30: Aperitivo e cena con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

21.15-00.30: Proiezione dei film di Tinto Brass: Chi lavora è perduto e Ça ira. Il fiume della rivolta A oltre mezzo secolo di distanza è ancora presto per giudicare in tutti i suoi aspetti l’euristico valore della filmografia del Tinto Brass degli anni Sessanta. È un Brass fondamentale, certamente conosciuto dai cinefili ma ben poco noto al largo pubblico. È, soprattutto, un regista che ha una straordinaria capacità di anticipazione di nodi esplosivi e comportamenti sociali che saranno al centro dei movimenti, dei conflitti e della creatività di massa degli anni a venire. Il filo comune che corre lungo tutta la produzione di Tinto Brass del periodo è una critica radicale alla forma di vita borghese, nelle sue diversificate espressioni e istituzioni. Attorno a questo filo comune, ci interessa in particolare approfondire tre nuclei tematici. – Il primo è la critica del lavoro, al centro del film del 1963 dallo straordinario titolo Chi lavora è perduto è del 1963. Negli anni successivi quanti Bonifacio (il protagonista del film) avrebbero reso massificata la pratica del rifiuto del lavoro, affermando il desiderio di vivere contro l’alienazione della fabbrica e la proletarizzazione del lavoro intellettuale. – Il secondo nucleo è costituito dall’attenzione a forme di vita, pratiche e controcondotte rivoluzionarie in parziale rottura con quelle del passato, i cui frammenti vengono composti nel documentario Ça Ira – Il fiume della rivolta (1964). – Infine, vi è il nucleo tematico che percorre tutti i film del periodo, cioè una critica radicale alle istituzioni psichiatriche, ancora una volta con la capacità di anticipare le questioni dirimenti di quel movimento che abbatterà i muri dei manicomi. È il tema al centro di Dropout (1970). Quello degli anni Sessanta è un Tinto Brass inattuale, nel senso nietzscheano, cioè capace di agire contro il tempo, sul tempo e per un tempo a-venire. È un Tinto Brass non solo visionario bensì profetico, perché ha la capacità di vedere in anticipo, tra le pieghe del presente, quello che già esiste e gli altri non vedono. È un Tinto Brass che fa esplodere nei suoi film il desiderio di libertà, dei corpi e delle menti, di una libertà radicale. Non a caso, si troverà continuamente a fare i conti con la censura. Attorno a questi capolavori vogliamo costruire una giornata che riproponga la completa attualità di quel Tinto Brass straordinariamente inattuale. Perciò proponiamo di aprire il Festival con un grande evento di discussione partecipato da figure di mondi differenti, dal cinema ai movimenti sociali, per riscoprire e ripensare insieme la genealogia e la necessità di quel desiderio di libertà radicale. «Un po’ di possibile altrimenti soffoco», diceva Deleuze, filosofo e amante di cinema. Ecco, Tinto Brass è per noi una grande lezione di quel possibile di cui abbiamo urgente bisogno.

Venerdì: Benvenuti nel deserto del reale

15.30-16.45: L’università indigesta. Intervengono: Francesco Pezzulli (sociologo e ricercatore indipendente, curatore della sezione «sudcomune» della rivista «Machina») e Federico Chicchi (sociologo, Università di Bologna). Introduce e modera: Elia Alberici (Libreria Punto Input) L’università è sparita dall’attenzione della politica istituzionale e del dibattito pubblico. Ricominciare a parlarne significa, innanzitutto, discutere i passaggi chiave che hanno favorito l’origine e lo sviluppo della cosiddetta università neoliberale, ovvero le riforme legislative, i cambiamenti nella trasmissione del sapere, le trasformazioni delle condizioni soggettive di studenti e docenti.

17.00-18.15: La vita agra dei cyborg. Lavoro e capitale nelle narrative di fantascienza. Discutono Angelica De Palo (collaboratrice della sezione «vortex» della rivista «Machina) e Giuliana Misserville (critica letteraria femminista). Introduce e modera: Mariacarmela De Paola (Libreria Punto Input) Quali che siano gli incubi e i sogni sul futuro, le riletture del passato o le contraffazioni del presente, i mestieri umani/non-umani sono spesso a tema negli altrove speculativi. La fantascienza, dal suo punto di osservazione al crocevia tra narrativa di genere e narrativa mainstream, prova a immaginare altri esiti dei grovigli lavoro-capitale. Sarà rivoluzione?

17.00-18.15 (sala 2): Per le convergenze delle lotte: l’esperienza del Collettivo di fabbrica Gkn. Interviene un lavoratore del collettivo Gkn e Gianluca De Fazio (filosofo dell’Università di Bologna, tra gli autori di Contronature). Introduce: Valerio Romitelli (storico, Università di Bologna) Con lunghi mesi di lotte, resistenza e occupazioni, culminate nello slogan «insorgiamo», i lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio hanno saputo conquistare uno spazio importante nel dibattito pubblico. A partire dalla loro esperienza e andando oltre la vertenza di fabbrica, stanno cercando di porre il problema più complessivo di un cambiamento dei rapporti di forza sul piano sociale e di convergenze tra differenti forme di lotta, come quella ecologista.

18.30-19.45: Sulla razza. Anna Curcio (ricercatrice indipendente, curatrice della sezione «vortex» della rivista «Machina») e Miguel Mellino (antropologo, Università di Napoli L’Orientale) dialogano con Nadeesha Uyangoda (scrittrice e autrice freelance) Una discussione intorno al tema della razza in Italia con Nadeesha Uyangoda, autrice freelance, nata in Sri Lanka e cresciuta in Brianza, che nei suoi lavori descrive con grande efficacia l’esperienza della razza e le gerarchie esplicite o implicite che organizza (nel contesto sociale, nel lavoro, nel linguaggio e nelle rappresentazioni), di cui tutte e tutti facciamo quotidianamente esperienza.

20.00-21.00: Aperitivo e cena con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

21:30-23:00: La storia di un potere è anche quella delle lotte per rovesciarlo. Introduzione di Elvira Vannini (storica e critica d’arte, docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano); reading-performance dell’artista Kenny Alexander Laurence , La magia istituente, creolità e quimbois. Proiezione di She has no land but she keeps sheep/chapter two, short film di Jesal Kapadia, Mattia Pellegrini e Giorgia Frisardi (con Silvia Federici, George Caffentzis e Sonam Paljor) Se le strutture di oppressione non permettono alla subalterna di parlare, quando l’artista Grada Kilomba affronta la questione del razzismo di genere introduce un’immagine: la maschera della Escrava Anastácia, un’invenzione coloniale che viene dal passato ma rivive nel presente e legittima la politica di silenziamento dell’Altrə e delle soggettività minoritarie, razzializzate e genderizzate: «La bocca è un organo molto speciale, simboleggia la parola e l’enunciazione. All’interno del razzismo, diventa l’organo di oppressione per eccellenza; rappresenta l’organo che i bianchi vogliono – e hanno bisogno – di controllare». Come possono le rappresentazioni artistiche, i linguaggi, gli sguardi e gli immaginari contro-egemonici parlare con una tale potenza da rompere la maschera?

Sabato: Noi saremo tutto 11.00-12.45: Il collasso della coscienza borghese. Dall’uomo della folla all’uomo senza qualità. Lezione di Gianfranco Manfredi (sceneggiatore e scrittore) Gianfranco Manfredi propone una lezione a partire dai temi trattati nel suo ultimo libro: Il collasso della coscienza borghese. Dall’uomo della folla all’uomo senza qualità (di prossima pubblicazione per DeriveApprodi), in cui, attraverso la letteratura, viene ricostruita la parabola ascendente della borghesia. Romanzi e racconti diventano così lo strumento privilegiato attraverso cui guardare, assumendo come punto di partenza dell’indagine l’avvento della società di massa, ai cambiamenti nella composizione di classe, nelle attività economiche, nel ruolo sociale e nel modo di pensarsi del borghese.

13.00-14.30: Pranzo con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

15.00-17.00: Guerra o rivoluzione. Capire la guerra per capire come combatterla. Intervengono: Maurizio Lazzarato (autore di Guerra o rivoluzione) e Cristina Morini (Effimera). Introduce e modera: Francesca Ioannilli (Libreria Punto Input) Guerra ed economia. Intervengono: Rossana De Simone (esperta di armamenti militari e politiche del disarmo), Andrea Fumagalli (economista, Università di Pavia), Christian Marazzi (economista, Supsi). Introduce e modera: Giuseppe Molinari (curatore della sezione «transuenze» della rivista «Machina») Lo scoppio della guerra in Ucraina ha colto di sorpresa. Tuttavia, per quanto si tenti di rappresentare l’organizzazione sociale ed economica capitalistica come sistema «in equilibrio», l’evidenza storica ci mostra come la guerra sia una delle condizioni necessarie alla riproduzione del suo dominio: la distruzione è base di ogni ricostruzione, in un processo permanente che alterna sviluppo, crisi e guerra. Insomma, la guerra non è mai scomparsa, neppure in Europa. Attraverso una riflessione a più voci, cerchiamo di spiazzare il campo e affrontare un nodo decisivo: come combattere contro la guerra? E poi: si sta prospettando un nuovo «keynesismo di guerra» per rilanciare il ciclo economico? Come costruire un esodo semantico dall’ordine del discorso dominante?

17.15-18.15: Il passo dello sherpa sul sentiero dell’antropocene. Dialogo tra Maurizio Corrado (scrittore, architetto, drammaturgo e saggista, curatore della sezione «Il passo dello sherpa» della rivista «Machina) e Matteo Meschiari (geografo e antropologo, Università di Palermo) Spazio, scuola, letteratura, politica ai tempi della crisi ecologica: un antropologo e un architetto a confronto.

18.30-19.45: Gli Archivi dei movimenti autonomi. Intervengono: Valerio Monteventi (giornalista, scrittore e attivista dei movimenti sociali bolognesi), Donato Tagliapietra (autore di Autonomia operaia vicentina), Giorgio Moroni (consulente aziendale). Introduce e modera: Lisa Riccetti (laureata in Storia, Università di Bologna) Negli ultimi anni ha preso vita l’iniziativa degli archivi dei movimenti autonomi, che si occupano di catalogare e archiviare fondi documentari e materiale grafico (libri, periodici, fanzine, manifesti, volantini) prodotti dai movimenti politici e sociali in Italia dagli anni Sessanta in poi, che sono stati conservati da singole persone – protagonisti e testimoni di quel periodo – o da gruppi politici e movimenti. A questo lavoro di sistematizzazione del patrimonio documentario, si affianca quello di divulgazione, tramite attività di studio, di ricerca e di valorizzazione culturale. Questo progetto si affianca ad altri archivi dei movimenti già da tempo esistenti a Bologna, come l’archivio del Centro di documentazione Francesco Lorusso – Carlo Giuliani e il Fondo 7 aprile, dedicati alla storia e alla memoria delle lotte e dei conflitti dei decenni passati.

18.30-19.45 (sala 2): Paranoid Park: l’arte nell’infezione culturale contemporanea. Lezione di Manuela Gandini (curatrice indipendente, critica d’arte, docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, curatrice della sezione «forme» della rivista «Machina») La sovversione, nell’Armageddon mediatica contemporanea, non è più la caratteristica principe dell’arte. Linguaggi tossici, danze macabre, immagini ammiccanti tra gli emuli degli Stones e di André Breton si avvicendano alla conquista dell’industria culturale. Come affrontano gli artisti i detriti sociali, la biopolitica, il controllo dei corpi e il processo incipiente verso il trans-umanesimo? Paranoid Park: l’arte nell’infezione culturale contemporanea è una riflessione sulle metamorfosi sociali e le risposte dell’arte tra incubi, obbedienza, trasgressione e paura. Se da un lato il rock oggi beve il latte del potere, dall’altro lato frange sconnesse di artisti indipendenti scavano tunnel negli incavi degli anni Settanta e creano micro-comunità che riattivano energie politiche, poetiche e spirituali credute estinte.

20.00-21.00: Aperitivo e cena con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

21.15: Valerio Evangelisti: eresie e percorsi di uno scrittore rivoluzionario. Intervengono Nico Gallo e Nico Maccentelli (redattori di Carmilla Online), Luca Baiada (collaboratore di Carmilla Online), Paola Papetti (Odoya Edizioni) Ad alcuni mesi dalla sua scomparsa, una serata dedicata ad uno degli scrittori italiani più influenti del nostro tempo, tra ricordi, riflessioni, reading e proiezioni. Personaggio eclettico e padre di tante esperienze collettive, Valerio Evangelisti ha saputo al tempo stesso essere scrittore di fantascienza, militante politico, ricercatore storico, intellettuale e molto altro ancora, muovendosi sempre a cavallo tra politica e letteratura. Tracciare un profilo della sua opera è compito tanto complesso quanto necessario, per cogliere la ricchezza che risiede nell'imprescindibile nodo che lega militanza, cultura e immaginario.

Domenica: Per un esodo semantico

11.00-12.45: Un calcio al mercato. Intervengono: gli autori del libro A Skeggia e Marco Petroni (insegnante e operatore sociale, autore del libro St. Pauli siamo noi). Introduce e modera Nicolò Ulissi (Libreria Punto Input) Il calcio, si sa, è una delle industrie più ricche e importanti del pianeta. Molti, però, non si rassegnano a essere semplici consumatori dello spettacolo e fanno della loro passione un’arma per combattere i processi di mercificazione del mondo del pallone. Sono quei tifosi che, a Bologna come nel quartiere di St. Pauli ad Amburgo, per tutta la settimana combinano la produzione culturale, musicale e sportiva con l’aggregazione collettiva e le tematiche sociali del territorio.

13.00-14.30: Pranzo con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

14.00-14.30: Presentazione del corso di formazione L’officina operaista, a cura di Giulia Dettori (coordinatrice della rivista «Machina») e Federico Di Blasio (dottorando, Biblioteca potere e sapere di Palermo) Il corso di formazione L’officina operaista. Fonti, metodi e strategie è un laboratorio co-organizzato dalla Biblioteca Autogestita Potere e Sapere di Palermo, dalla rivista online «Machina» e da Punto Input, pensato per indagare i nessi e le relazioni, finora rimasti poco approfonditi, tra operaismo italiano e alcuni fondamentali pensatori (da Gramsci a Foucault, da Montaldi a Krahl ecc.) e per provare a mettere a fuoco gli effetti che questi incontri-scontri hanno prodotto sull’andamento della riflessione pratico-teorica operaista. Alla presentazione saranno forniti maggiori dettagli sul corso di formazione che si terrà, a partire dal prossimo autunno, tra Bologna e Palermo, oltre che online.

14.45-16.15: Conricerca e militanza politica di base: le figure e le opere di Danilo Montaldi e Romano Alquati. Intervengono: Giorgio Amico (autore di Danilo Montaldi. Vita di un militante politico di base), Sergio Bologna (storico del movimento operaio), Diego Giachetti (storico, Torino). Introducono e moderano: Giulia Dettori (coordinatrice della rivista «Machina») e Salvatore Cominu (ricercatore sociale, curatore della sezione «transuenze» della rivista «Machina») Fin dai suoi albori, conricerca è una parola carica di suggestione e produttrice di immaginario. Soprattutto, è una prassi militante che indica l’intima connessione tra teoria e pratica, tra comprensione e azione. La conricerca è uno stile della militanza. Il suo nome è legato, in forme differenti tra loro, a due cremonesi: Danilo Montaldi e Romano Alquati. La recente pubblicazione per i tipi di DeriveApprodi di Per fare conricerca di Alquati e di Danilo Montaldi. Vita di un militante politico di base di Giorgio Amico, ci offre la possibilità di riprendere la genealogia dei percorsi di conricerca, nelle sue articolazioni internazionali e rapporti con la sociologia critica, e domandarci cosa significa oggi fare conricerca.

16.30-17.15: Rivoluzione. Dialogo con Enzo Traverso (storico, Cornell University) curato da Giulia Dettori (coordinatrice della rivista «Machina») e Gigi Roggero (ricercatore indipendente, curatore della sezione «freccia tenda cammello» della rivista «Machina») In un recente volume, candidato a diventare punto di riferimento sul tema, Enzo Traverso si è assunto un compito teorico-politico di straordinaria importanza: ripercorrere la storia del concetto di rivoluzione per ripensarne l’attualità. Dopo il crollo del Muro di Berlino questo concetto è stato gettato nella pattumiera del totalitarismo, oppure – in modo solo apparentemente opposto – è stato fagocitato dalla categoria di innovazione. Quando tutto diventa rivoluzione, la rivoluzione sparisce. Voltare le spalle al presente, ripartire dalle origini, non significa rifugiarsi nel passato. Significa, al contrario, costruire un nuovo orizzonte comune di senso e di azione.

17.30-18.45: Crisi dei ceti medi. Intervengono: Aldo Bonomi (sociologo, fondatore del Consorzio Aaster di Milano, curatore della collana «comunità concrete» di DeriveApprodi), Raffaele Sciortino (ricercatore indipendente, Torino), Raffaele Alberto Ventura (giornalista e saggista). Introduce e modera: Antonio Alia (redazione della rivista «Commonware»). Tra tentativi di costruzione dall’«alto» e aspirazioni soggettive dal «basso», il ceto medio ha storicamente la funzione politica di mediare rispetto al potenziale antagonismo tra le classi. Può essere riduttivo affermare che questo eterogeneo corpo intermedio, non riducibile a unità politica, sia entrato in crisi alimentando i cosiddetti «populismi». Tuttavia, interrogarsi sulle sue trasformazioni, sui processi di destrutturazione e ricostruzione, in uno scenario segnato dal «ritorno» post-pandemico dello Stato e dalla guerra è indispensabile per analizzare le possibili tendenze del presente.

19.00-20.15: Proiezione del film-documentario Torino, 1959-1969. Dai «Quaderni rossi» a Lotta continua Il film, realizzato da VideoAstolfoSullaLuna (Alessandro Zola e Maurizio Pellegrini), è basato sul libro Com’eri bella classe operaia di Romolo Gobbi (di prossima ripubblicazione per DeriveApprodi), sulla preziosa documentazione del Fondo Gobbi ed è costruito attraverso le testimonianze di alcuni primari interpreti delle lotte politiche e sindacali degli anni Sessanta. Gobbi, il protagonista del film, rievoca la lunga stagione delle lotte operaie a Torino che precedono l’autunno caldo (dalle prime agitazioni Fiat del dopoguerra agli scioperi Lancia del gennaio 1961, dai fatti di piazza Statuto del luglio ’62 alla rivolta di Corso Traiano del luglio ’69) e ricostruisce criticamente e puntualmente l’esperienza delle riviste «Quaderni rossi» e «classe operaia», che lo vide tra i principali protagonisti. Per ulteriori info: https://www.machina-deriveapprodi.com/post/il-decennio-rosso.

ore 20.30: Aperitivo e cena di chiusura con i vini delle aziende Aurora, La Torre, Antica Cascina dei Conti di Roero

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