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Poesia da «La più fredda estate di grazia»




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Ci siamo sdraiati su un prato che era freddo e non aveva nulla di prato. L’erba verde e secca, ci costringeva a prendere confidenza con una materia diversa da noi, altra. Era una strana sensazione sentirla lungo la schiena, provare il brivido di un contatto.


Noi, che pensavamo che saremmo stati per sempre protetti nello spazio pelle.


Abbiamo scoperto che esisteva l’attrito. L’abbiamo scoperto in un attimo che ha racchiuso un raggio di tempo enorme.


Di fronte a noi una vallata incontaminata.

Dietro di noi il sole.

Davanti le cose che apparivano solo se aprivi gli occhi.


Abbiamo messo e tolto gli occhiali da sole decine di volte, solo perché credevamo di non essere mai nati. Poi ce ne siamo andati, affidando al vento il compito di spazzare via ogni percezione.




Immagine: Thomas Berra

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Laura Di Corcia vive nella Svizzera italiana, dove lavora come insegnante e collabora con varie testate giornalistiche e radiofoniche in qualità di critica letteraria e teatrale, nonché di drammaturga. È inoltre responsabile del programma in italiano delle Giornate letterarie di Soletta. Ha pubblicato la raccolta di poesie Diorama (Tlon, 2021), In tutte le direzioni (LietoColle, collana Gialla-Pordenone Legge, 2018); Epica dello spreco (Milano, Dot.com Press Poesia); la biografia critica Vita quasi vera di Giancarlo Majorino (Milano, La Vita

Felice, 2014; serie Sguardi). Con l'ultima raccolta, Diorama, ha vinto il premio Terranova della Fondazione svizzera Schiller.


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