Nella primavera fervida di speranze del 1871, ma nella dura cornice di una Parigi assediata e ridotta alla fame, la Comune rappresenta un altissimo esempio rivoluzionario. La Comune elimina infatti la burocrazia e l’esercito tradizionale, promulga l’avvicendamento alle cariche, l’armata popolare, il salario medio operaio per i delegati ai posti di responsabilità: un modello che influenzerà sia Marx sia Bakunin, i marxisti libertari come gli anarchici. Modello alternativo allo Stato della borghesia francese, la Comune di Parigi vide una grande partecipazione di operai, studenti, intellettuali, artigiani dei «mestieri di Parigi», i quali combatterono fianco a fianco per difendere un esperimento sociale che per un istante parve realizzare tutte le utopie socialiste: l’abolizione delle differenze di classe e l’avvento di una «partecipazione» totale all’esercizio del potere*.
La Comune e il suo esercito
Il 18 marzo 1871, i lavoratori di Parigi insorsero contro il governo borghese. Questo si era formato nel corso della guerra franco-tedesca come «governo di difesa nazionale», ma ben presto si rivelò un governo di tradimento nazionale. Quando cercò di disarmare i lavoratori organizzati militarmente nella Guardia Nazionale si innescò la rivoluzione. Le masse occuparono gli edifici governativi e alzarono la bandiera rossa sul Municipio. Il governo fuggì a Versailles per la paura. Il Comitato centrale della Guardia Nazionale, eletto dai rappresentanti di 215 battaglioni, assunse il governo rivoluzionario di Parigi. Dieci giorni dopo la Comune fu solennemente proclamata davanti al Municipio.
Organizzazione delle forze armate a inizio maggio 1871
Per la prima volta nella storia del mondo, la classe operaia, unita agli strati democratici piccolo-borghesi, prese il potere politico. Nell’assalto rivoluzionario, le masse si resero conto di ciò che già Karl Marx avevano profetizzato due decenni prima: l’apparato statale della classe sfruttatrice sarebbe stato distrutto e il proletariato lo avrebbero sostituito con i propri organi di potere. Il Consiglio della Comune era un tipo di potere completamente nuovo, in cui i poteri legislativo ed esecutivo erano uniti. I rappresentanti eletti in realtà avevano il potere più grande. Ciò creò le basi di una vera democrazia di gran lunga superiore al parlamentarismo borghese. Dieci Commissioni, guidate da membri del Consiglio dell’autorità locale, assunsero i compiti di governo. La Commissione per gli affari militari fu, per così dire, il primo Ministero della guerra di un potere operaio.
Influenzata dall’iniziativa creativa delle masse popolari, la Comune adottò misure politiche e sociali che servivano gli interessi dei lavoratori. Già nelle sue prime leggi promulgò l’armamento del popolo, che sostituì l’esercito permanente. La rivoluzionaria Guardia Nazionale ridisegnata costituiva il nucleo delle forze armate della Comune. Questa Guardia Nazionale era una formidabile forza militare. I suoi oltre 200 battaglioni includevano circa 190.000 uomini. Tuttavia, non tutti diventarono combattenti attivi, principalmente gli elementi borghesi evitarono il servizio. Molti furono gli stranieri che decisero di combattere nell’esercito della Comune. Il richiamo dell’internazionalismo proletario fu seguito da belgi, polacchi, compresi gli eminenti ufficiali Jaroslaw Dabrowski e Waleri Wróblewski, ungheresi, russi e membri di altre nazioni. Provenivano principalmente dagli sconvolgimenti rivoluzionari accaduti in Polonia, Italia e in altri paesi.
Fucile Tabatière in uso alla Guardia Nazionale
Molte furono le donne e giovani che presero parte alle lotte della Comune e che si impegnarono soprattutto nella costruzione delle barricate. Nel corso delle sue attività, la Comune intraprese molte misure per centralizzare la leadership militare, consolidare la moralità e la disciplina e garantire l’unità della leadership militare e politica.
Versailles
Il governo borghese si preparò per una campagna di vendetta contro gli operai parigini. Rafforzò le sue truppe da 20.000 a 170.000 uomini e le preparò militarmente e ideologicamente per la battaglia. Era in grado di organizzare lo spionaggio e il diversivo all’interno di Parigi. Il militarismo tedesco servì da carnefice. Rilasciò prigionieri di guerra per rinforzare l’esercito di Versailles, partecipò al blocco di Parigi e disarmò parte delle fortificazioni.
In alto: Mitragliatrice; in basso: Cannone da quattro libbre ad avancarica rigata con canna in bronzo calibro 8,65 cm
All’inizio di aprile un esercito controrivoluzionario forte e ben equipaggiato, esperto nella guerra, iniziò l’attacco alla Parigi rivoluzionaria. Le unità della Guardia Nazionale contrattaccarono Versailles il 3 aprile. Il dipartimento guidato dal membro della Commissione militare Emile-Victoire Duval si impegnò in una feroce battaglia nei pressi di Chatillon. I soldati di Versailles assassinarono Duval dopo averlo fatto prigioniero. Ciò testimonia la crudeltà con cui il governo borghese condusse la guerra. Contro la strenua resistenza dei comunardi, le truppe di Versailles avanzarono lentamente fino alle porte di Parigi. La mancanza di unità e di chiarezza tra i membri del Consiglio della Comune, la sottovalutazione delle questioni militari, l’adesione alla mera difesa e la complicata struttura di comando indebolirono la forza di combattimento dell’esercito della Comune.
Jaroslaw Dabrowski (12 novembre 1836 – 23 maggio 1871), ufficiale polacco. A causa delle sue attività democratico-rivoluzionarie fu bandito dallo zarismo e dopo la sua fuga ed emigrazione in Francia cercò contatti con repubblicani e socialisti francesi. Il Consiglio della Comune gli affidò incarichi militari di primo piano e infine gli diede il comando supremo di tutte le forze armate della Comune. Il 23 maggio fu ferito a morte su una barricata.
Il 21 maggio forze controrivoluzionarie riuscirono a penetrare a Parigi da ovest attraverso una porta non custodita. Ciò segnò l’inizio dell’ultima lotta della Comune, che divenne nota come «settimana del sangue». Nuove barricate sorsero in tutte le parti della città. Alla lunga, tuttavia, lo spirito rivoluzionario e l’eroismo non potevano superare la superiorità numerica e materiale dei nemici. I rivoluzionari più consapevoli, come Louis-Eugène Varlin, erano caratterizzati dal più grande coraggio e dalla più grande attività. Anche gli internazionalisti rivoluzionari rimasero al loro posto fino alla fine. Il generale polacco Wróblewski continuò a combattere come un semplice comunardo, il russo Jelisaweta Dmitriewa e l’ungherese Leo Frànkel, entrambi membri della Prima internazionale, furono feriti in battaglia. Nel cimitero di Pére Lachaise gli ultimi comunardi che vi combatterono morirono sotto i colpi della reazione sul muro che da allora è stato chiamato «il muro dei comunardi». I controrivoluzionari regolarono così brutalmente i conti con i comunardi.
La lotta della Comune di Parigi: 18 marzo – 28 maggio 1871
* Domenico Tarizzo, L’Anarchia. Storia dei movimenti libertari nel mondo, Mondadori, Milano 1976.
Fonti: Documenti dell’Istituto di Storia militare della Repubblica democratica tedesca.
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